Regia: Costanza Quatriglio

Soggetto e sceneggiatura: Costanza Quatriglio

Fotografia: Sabrina Varani

Montaggio: Letizia Caudullo

assistente al montaggio: Debora Domizi

musiche: Giovanni Di Giandomenico

Italia 2023, 132’

La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Nel gennaio 2022 Costanza Quatriglio torna nella casa dov’è cresciuta, chiusa da tempo, e apre le porte ad archivisti e bibliotecari per donare alla Regione Siciliana l’universo di conoscenza appartenuto al padre giornalista. È la biblioteca e l’archivio di Giuseppe Quatriglio, firma storica del Giornale di Sicilia e di altre importanti testate, scrittore, saggista e amico di uomini di cultura del Novecento.

Comincia così un viaggio sentimentale attraverso fotografie, bobine 8mm, registrazioni sonore realizzate dal padre dagli anni ‘40 in poi in Europa e nel mondo, e le riprese effettuate dalla regista tra il 2010 e il 2011 con lui quasi novantenne. La memoria personale e la memoria collettiva si mescolano in un fitto dialogo tra presenza e assenza. Palermo e la Sicilia, con la loro storia e la loro cultura, sono il punto di osservazione del mondo da cui tutto parte e a cui tutto torna.

È “Il cassetto segreto”, il film documentario diretto da Costanza Quatriglio, che sarà presentato nella sezione Forum al Festival di Berlino, prodotto da Indyca, Luce Cinecittà con Rai Cinema, e che uscirà ad aprile distribuito dal Luce Cinecittà.

«La scoperta di oltre 60.000 negativi fotografici scattati da mio padre dal 1947 in poi, decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore, mi ha fatto comprendere che avevo la possibilità straordinaria di realizzare un film che ponesse al centro un intreccio di vicende e vite vissute che riverberano nella storia di noi tutti – dichiara la regista Costanza Quatriglio – Così la casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un racconto personale e articolato che si dipana dalle sue mura per abbracciare la Sicilia, l’Europa e il mondo, in un secolo di storia. Come nelle tracce ritrovate ho riconosciuto la mia stessa educazione sentimentale, allo stesso modo portare il cinema nella mia casa mi ha permesso di compiere un passaggio di trasfigurazione e comprensione profonda del tempo del distacco».

Un cassetto dai cui escono i ricordi di un papà e di una bambina. Ma anche inaspettati la voce di Carlo Levi, i ricordi di Jean Paul Sartre, la stretta amicizia con Leonardo Sciascia. E le foto di Anna Magnani, Cary Grant e Ingrid Bergman, l’auto scatto mancato con Enrico Fermi, e quel disegno di Renato Guttuso e i pomeriggi con il poeta Ignazio Buttitta. Ma anche il terremoto del Belice e il muro di Berlino, la Parigi e l’America degli anni ‘50. Su e giù per il ‘900, su e giù per il mondo.

Giuseppe Quatriglio – l’«Instancabile ricercatore di cose siciliane», come lo definiva l’amico Sciascia – è stato un punto di riferimento per il giornalismo in Sicilia, ma non solo. Grande viaggiatore (lo hanno definito «Argonauta, con il vello d’oro per bagaglio»), è stato corrispondente in America e ha collaborato con molte importanti riviste italiane. Accanto al giornalismo, la letteratura: finalista Strega nel 2000 con “Sabìr” è noto soprattutto per “Mille anni in Sicilia”, tradotto in più lingue e ancora nelle librerie. Ma anche la fotografia (Premio Pannunzio per il giornalismo fotografico), è stato un modo per raccontare il mondo e diventarne testimone d’eccezione.

Le sue librerie e i suoi cassetti raccontano tutto questo: il “Fondo Giuseppe Quatriglio”, donato dalla figlia Costanza alla Regione Siciliana, per la sua grande rilevanza storica è stato dichiarato di “Interesse culturale” dalla Soprintendenza archivistica della Sicilia – Archivio di Stato di Palermo.

“Il cassetto segreto”, diretto da Costanza Quatriglio, è una produzione Indyca, Luce Cinecittà con Rai Cinema, in coproduzione con Rough Cat e RSI Radiotelevisione Svizzera con il contributo del MiC- Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il sostegno della Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, Sicilia Film Commission e di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, prodotto da Simone Catania, Francesca Portalupi, Michele Fornasero e Costanza Quatriglio. Soggetto e sceneggiatura di Costanza Quatriglio, fotografia di Sabrina Varani, montaggio di Letizia Caudullo, musiche di Giovanni Di Giandomenico (Editore FM Records).

Sinossi

La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Nel gennaio 2022 Costanza Quatriglio torna nella casa dov’è cresciuta, chiusa da tempo, e apre le porte ad archivisti e bibliotecari per donare alla Regione Siciliana l’universo di conoscenza appartenuto al padre giornalista. È la biblioteca e l’archivio di Giuseppe Quatriglio, firma storica del Giornale di Sicilia e di altre importanti testate, scrittore, saggista e amico di uomini di cultura del Novecento. Comincia così un viaggio sentimentale attraverso fotografie, bobine 8mm, registrazioni sonore realizzate dal padre dagli anni ‘40 in poi in Europa e nel mondo, e le riprese effettuate dalla regista tra il 2010 e il 2011 con lui quasi novantenne. La memoria personale e la memoria collettiva si mescolano in un fitto dialogo tra presenza e assenza. Palermo e la Sicilia, con la loro storia e la loro cultura, sono il punto di osservazione del mondo da cui tutto parte e a cui tutto torna.

Note di regia

Il cassetto segreto ha preso forma dall’intenso lavoro dedicato alla biblioteca e all’archivio di mio padre iniziato nel gennaio 2022 in vista della donazione che ho effettuato in favore della Regione Siciliana. Man mano che i bibliotecari e le archiviste procedevano con la precatalogazione dei libri e la schedatura di fascicoli e faldoni, mi è parso che ogni storia ritrovata, ogni filo che aspettava di essere riannodato, fossero stati lasciati lì per me. La scoperta di oltre 60.000 negativi fotografici scattati da mio padre dal 1947 in poi, decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore mi ha fatto comprendere che avevo la possibilità straordinaria di realizzare un film che ponesse al centro un intreccio di vicende e vite vissute che riverberano nella storia di noi tutti. Così la casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un racconto articolato che si dipana dalle sue mura per abbracciare la Sicilia, l’Europa e il mondo, in un secolo di storia. Avevo già effettuato riprese nella mia casa tra il 2010 e il 2011. A quel tempo avevo intessuto un dialogo con mio padre quasi novantenne, filmandolo tra i suoi libri e le sue carte. Ho custodito fino a oggi quelle immagini, come se in qualche modo, da qualche parte, sapessi già che con quelle riprese stavo costruendo una memoria di lui che avrebbe un giorno, a tempo debito, trovato anch’essa la propria casa. Attraverso il cinema, svuotare la biblioteca è gesto di riempimento. Perché lo spazio, trasformandosi nel corso dei mesi davanti la macchina da presa, diventa anch’esso protagonista, al pari delle vicende narrate e della storia di noi tutti.

Biografia: Giuseppe Quatriglio

Giuseppe Quatriglio (1922-2017) è stato considerato dai suoi colleghi il decano del giornalismo culturale siciliano. Ha iniziato a fare il giornalista nel 1944, dopo la laurea in giurisprudenza. Assunto dal Giornale di Sicilia è stato subito inviato in Europa e nei paesi del Mediterraneo. Già dal primo viaggio ha preso a scattare fotografie allo scopo di corredare i suoi articoli. La macchina fotografica è stata quindi, fin da subito, usata come taccuino di appunti, tanto che per lui era inconcepibile pubblicare un articolo senza l’immagine appositamente creata come riferimento visivo.

Ha scritto anche per numerose testate tra cui Oggi, Il Giorno, Il Piccolo, Sunday Mirror Magazine di New York, La Settimana Incom Illustrata, Il Messaggero, Bell’Italia, America Oggi e diversi altri periodici culturali tra cui Nuova Antologia, Cartevive e la rivista Sicilia. Negli anni Cinquanta è stato corrispondente dagli Stati Uniti. Nel 2002 Salvatore Silvano Nigro gli scrive una lettera a modo di prefazione al volume L’isola incantata di autori vari, a lui dedicato: «Ti conoscevo ancor prima di incontrarti. Di te mi aveva parlato Leonardo Sciascia. Poi ti ho conosciuto, con la valigia in mano, per le strade della Sicilia. Ebbi la sensazione che tu fossi un argonauta, con il vello d’oro per bagaglio». «Instancabile ricercatore di cose siciliane» – così come è stato definito dall’amico Sciascia – , è stato uno studioso della storia della Sicilia, tanto da pubblicare un libro tradotto in diverse lingue dal titolo Mille anni in Sicilia (Marsilio 1985, Universale economica Feltrinelli 2019), che lo storico Fernand Braudel ha definito «La maniera giusta per presentare al grande pubblico i principali risultati della ricerca scientifica».

Molti infatti lo definiscono uno storico; definizione da lui sempre rifiutata, così come quella di fotografo, affermando sempre «Io sono un giornalista». Ha fatto parte di quel fervido mondo intellettuale siciliano molto attivo nella seconda metà del Novecento nella letteratura e nell’espressione artistica, tra cui ricordiamo anche Bufalino, Guttuso… A Giuseppe Quatriglio si deve la scoperta, nel 1964, di alcuni graffiti murali realizzati dai condannati                                 all’Inquisizione spagnola a Palermo nelle carceri di Palazzo Chiaromonte, detto Steri, che erano sfuggiti all’inventario effettuato dall’etnologo Giuseppe Pitrè nel 1906, esperienza testimoniata nel volume Urla senza suono (Sellerio, 1999), saggio con testi dello stesso Pitré e di Leonardo Sciascia.

Ha scritto anche libri di narrativa, pubblicando racconti ispirati a fatti storici e brevi romanzi. Tra i suoi libri più noti L’uomo orologio e altre storie (Sellerio 1995) con disegni originali di Ugo Attardi, Bruno Caruso, Fabrizio Clerici, Salvatore Fiume, Emilio Greco, Piero Guccione, Renato Guttuso e Aligi Sassu, dedicato a Sciascia «amico e maestro». Su L’uomo orologio la filologa italiana Maria Corti nel 1996 si è espressa così: «Giuseppe Quatriglio ha scritto un libro davvero sorprendente come se la sua fantasia d’un tratto avesse avuto un colpo d’ala, che l’ha sollevata a inattese altezze letterarie. Egli ha sentito che poteva usufruire di una situazione assai feconda, la fortuna di avere per patria un’isola, la Sicilia, dove il passato e l’immaginazione si intersecano, il reale e il surreale si fondono insieme». Altro libro di racconti è Sabìr (Sellerio 1999, tra i dieci in concorso al Premio Strega nel 2000), il cui filo conduttore è «la denuncia della intolleranza che ha attraversato i secoli da una parte all’altra del Mediterraneo». Sabìr è una parola che «identifica la lingua con lessico misto in uso nel bacino del Mediterraneo nella quale entravano parole italiane e parole spagnole con elementi di arabo. Era l’idioma dei marinai e dei mercanti, dei pirati e dei pascià, dei religiosi e dei laici per comprendersi l’un l’altro». Il muro di vetro (Flaccovio, 2005) sul furto della Natività di Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo, a Palermo, nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 e Bavaria Klinik (Rubbettino 2006), che rievoca lo spettro del nazismo attraverso una trama ambientata in Sicilia. Le sue fotografie sono state oggetto di diverse mostre – la prima nel 1998 al Palazzo d’Europa di Strasburgo dal titolo La gente e le città – e raccolte nel libro Immagini del Novecento (Alinari 2010) con un intervento di Ferdinando Scianna. Ha vinto numerosi premi per il giornalismo e la letteratura e il Premio Pannunzio per il giornalismo fotografico.

Biografia: Costanza Quatriglio

Esordisce con  L’isola, presentato al 56° Festival di Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2003, vincitore di numerosi premi nei più    prestigiosi  festival internazionali (tra cui il premio Cicae, il premio Fipresci, il Nastro d’Argento per le musiche di Paolo Fresu) e distribuito in Francia e in America Latina. Nello stesso anno, alla 60° Mostra Internazionale  d’Arte Cinematografica di Venezia presenta il making of Racconti per L’isola nella sezione Nuovi Territori. Nel 2023 L’isola è stato restaurato in 4K da Cinecittà. La copia restaurata è stata presentata alla 21° edizione di Alice nella città della Festa del Cinema di Roma. Prima della realizzazione de L’isola, firma cortometraggi e documentari premiati in importanti festival, come Anna!, presentato al Festival di Cannes nella sezione Universelle e in competizione internazionale al Torino Film Festival; Ècosaimale?, il suo primo documentario, vincitore del Premio della Giuria al Torino Film Festival nel 2000, Il bambino Gioacchino, in competizione al Festival dei Popoli nel 2001 e, sempre del 2001, L’insonnia di Devi, documentario sulle adozioni internazionali coprodotto da Tele+. Dopo L’isola, Quatriglio sceglie la strada del cinema del reale. Nel 2004 realizza Raìz, miniserie di 3 puntate da 50’ per Rai Tre, nel 2006 alla Festa del Cinema di Roma presenta Il mondo addosso, nel 2009 al Festival di Locarno porta l’Evento Speciale Il mio cuore umano sulla cantante Nada Malanima. Negli stessi anni, fino al 2007, è regista e anche Produttrice Creativa della nota serie tv Un posto al sole. Nel 2012 realizza Terramatta; con cui inizia a sperimentare il riuso del materiale d’archivio. Terramatta; viene presentato alle Giornate degli Autori all’interno della Mostra di Venezia, Film della Critica del SNCC, vince il Nastro d’Argento per il Miglior Documentario 2013 e diversi premi nei festival internazionali. Nel 2013, alla 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in Selezione Ufficiale Fuori Concorso, presenta Con il fiato sospeso, un film fuori formato di 35’ interpretato da Alba Rohrwacher, vincitore del Premio Gillo Pontecorvo per il Miglior Film in lingua latina e segnalato ai Nastri d’Argento per la forte commistione tra finzione e documentario; nel 2014 al 32° Torino Film Festival presenta Triangle, vincitore del Premio Cipputi come Miglior Film e Nastro d’Argento per il Miglior Documentario nel 2015 ed è presente alle Giornate degli Autori con il film collettivo 9×10 Novanta prodotto da Cinecittà per i novant’anni dell’Istituto Luce. Nel 2015 con 87 ore sperimenta l’uso radicale delle immagini di videosorveglianza, ricevendo il Premio Speciale 2016 ai Nastri d’Argento nella categoria Documentari.

Nel 2018 torna al film di finzione: al Festival di Locarno presenta fuori concorso Sembra mio figlio, con cui vince il Ciak d’Oro “Bello e invisibile” e il Nastro d’Argento della Legalità. Nel 2018 ha ricevuto il Premio Visioni Dal Mondo, il Premio Amnesty International e il Premio CIR.

Dal 2019 è direttrice artistica della sede siciliana del Centro Sperimentale di Cinematografia dedicata al cinema documentario. Nello stesso anno, alla 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia presiede la giuria della sezione Venezia Classici.

Nel 2020 firma il film musicale Palermo Sospesa, disponibile su Rai Play.

Nel 2021realizza due film: il Tv Movie La bambina che non voleva cantare, ispirato alla biografia di Nada Malanima e trasmesso da Rai Uno il 10 marzo, con il quale vince la prima serata con quasi sei milioni di spettatori e il 23,2% di share, e Trafficante di virus, ispirato alla vicenda della scienziata Ilaria Capua, presentato in anteprima al Torino Film Festival e distribuito da Amazon Prime.

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